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Perché è difficile essere seguiti? In un’epoca in cui ogni giorno scorriamo centinaia di contenuti, tra reel motivazionali, citazioni spirituali e guru digitali, ci siamo mai chiesti chi stiamo davvero seguendo? E soprattutto: perché lo stiamo facendo?
In verità vi consiglio: andate lontano da me, difendetevi da Zarathustra!
Meglio ancora: di lui vergognatevi!
Forse egli vi ha ingannato.
– F. Nietzsche
Con queste parole, Nietzsche attraverso il personaggio di Zarathustra, invita i suoi discepoli a dubitare, abbandonare e persino a vergognarsi di lui. È un gesto rivoluzionario, controcorrente rispetto al desiderio di ogni “creator” odierno: essere seguito, acclamato, idolatrato. Ma è proprio qui che Nietzsche ci offre una chiave preziosa per comprendere la saturazione dei social e il perché oggi è sempre più difficile essere seguiti davvero.
Argomenti trattati in questo articolo:
Nessuno si interessa
Nessuno si interessa di me, nessuno si interessa di nessuno.

Nessuno sui social si interessa davvero a te…
È proprio così sui social nessuno si interessa davvero a te. E sai perché? Perché tutti sono troppo occupati a guardare sé stessi. I tuoi follower non ti pensano e i tuoi like non ti definiscono e quel numero lì sopra non significa proprio niente.
La verità è questa: i social sono pieni di gente che vuole sembrare qualcuno. Ma chi vince davvero:
- Chi sa di non essere qualcuno;
- Chi non ha bisogno di dimostrare nulla;
- Chi crea perché ha qualcosa da dire, non da vendere.
Quando smetti di cercare approvazione:
- Nessun commento può ferirti;
- Nessuna view può controllarti;
- Nessun algoritmo può spegnerti.
Calmati, sii felice e ricorda che i social non sono la realtà, ma tu puoi essere reale qui dentro.
Se sei stanco della recita social, inizia a raccontare la tua verità.
Perché è difficile essere seguiti? Cercare verità nelle mappe degli altri.
Il paradosso del follower
Seguire ciecamente qualcuno equivale a vivere con la mappa di un altro e se quella mappa è sbagliata? Sei perduto anche tu. Sui social, è ciò che accade ogni giorno: ci affidiamo a micro-verità impacchettate in 15 secondi, senza interrogarci mai sulla sorgente o sulla reale applicabilità di quel messaggio alla nostra vita.
Chi crea contenuti oggi combatte contro un algoritmo affamato di sensazionalismo, ma sordo alla profondità. Il paradosso del follower: La saturazione non è solo di contenuti, ma di menti che hanno smesso di investigare. Seguono, scorrono, salvano, ma raramente dubitano.
💡 Suggerimento: Siate investigatori, non seguaci, non follower.
Zarathustra manda via i suoi discepoli perché non vuole credenti, ma investigatori. In un post, in un video, in una diretta, possiamo solo fornire una mappa momentanea, un riflesso personale della realtà. Ma ognuno dovrebbe poi verificare da sé. Perché il valore più grande di chi ci segue non è il numero, ma la capacità di osservarci criticamente.
E qui sta il punto: la vera difficoltà non è “essere seguiti”, ma essere seguiti da chi è disposto a pensare, dubitare, metterci alla prova. Non vogliamo masse che applaudono, ma menti che ragionano, solo così i social possono tornare a essere uno strumento di verità, e non solo una vetrina dell’ego.
Perché è difficile essere seguiti? C’è una crisi di autenticità.
La saturazione
Cosa significa saturazione? Oggi ogni nicchia è affollata, ogni consiglio è stato già detto, ogni mappa è stata già disegnata. E allora? La soluzione non è urlare più forte o postare di più, è avere il coraggio:
- Di rallentare;
- Di smettere di voler convincere;
- Di lasciare andare chi ci segue perché ci imita;
- Di attirare chi ci segue perché ci interroga.
Ora siamo tutti connessi, ma nessuno davvero presente, all’inizio i social media erano uno spazio nuovo, quasi vergine. Si poteva dire che chi pubblicava qualcosa, lo faceva per passione o per puro desiderio di condivisione. Ma oggi, il rumore di fondo è assordante.
Sono passati quasi vent’anni dal momento in cui un giovane Mark Zuckerberg scriveva le prime righe di codice di Facebook nella sua stanza a Harvard. Da allora, la rete è cresciuta fino a diventare un’estensione del nostro corpo e della nostra identità. Ma più cresce, meno sembriamo capaci di ascoltare.

La legge di Moore dell’attenzione: tutto si moltiplica, tranne la nostra capacità di ascolto
Perché è difficile essere seguiti? La sopravvivenza digitale.
Lotta per l’attenzione
Chi pubblica oggi sui social non compete solo per attenzione, ma per sopravvivenza digitale. Ogni contenuto è come un sassolino lanciato nel mare, sperando che almeno qualcuno lo raccolga. Ma quando miliardi di sassolini vengono lanciati ogni giorno, chi riesce a vederne uno?

MAU ti dice quanti utenti ti raggiungi mensilmente, utile per valutare marketing e crescita. DAU ti mostra l’engagement giornaliero: più alto è, più l’uso è frequente.
YouTube conta oltre 1,3 miliardi di utenti attivi, Facebook ne ha oltre 2 miliardi. Ogni minuto vengono caricati più di 300 ore di video su YouTube. Una quantità insostenibile per una mente umana, una specie di paradosso cognitivo: abbiamo accesso a tutto, ma riusciamo a trattenere sempre meno.
È una vera e propria infodemia, in cui l’algoritmo ha sostituito l’intuizione e i suggeriti contano più delle scelte volontarie. E così finiamo per seguire quello che ci viene messo davanti, non quello che davvero ci interessa.
MAU (Monthly Active Users): Indica il numero di utenti unici che compiono almeno un’azione “significativa” (es. login, visualizzazione di contenuti, interazione) nel corso di un mese (30 giorni). Serve a misurare la portata e la crescita complessiva della tua base utenti.
DAU (Daily Active Users): Rappresenta invece il numero di utenti unici che compiono quella stessa azione in un singolo giorno. È un indicatore di quanto la tua app/piattaforma sia parte della routine quotidiana degli utenti.
Perché è difficile essere seguiti? Il follower non sei tu.
La giungla digitale
Oggi, essere “seguito” sui social non equivale a essere ascoltato. La maggior parte degli utenti consuma contenuti in automatico, senza nemmeno ricordare chi ne fosse l’autore. Il “follower” è spesso solo una statistica dentro un dashboard, non una persona che davvero ti sceglie ogni giorno.
Ho preparato il prossimo Seminario di Personl Branding proprio per aiutarti a farti spazio in questa giungla digitale:
Anche se nel 2025, parlare di “personal brand” o “creator” è ormai quasi ridicolo se non ci fermiamo prima a riflettere su chi stiamo cercando di raggiungere davvero.
💡 Suggerimento: Se stai pubblicando per tutti, non stai parlando con nessuno.
💡 Suggerimento: A volte bastano pochi spettatori bastano per cambiare tutto.
Eppure, nel mezzo di questa giungla digitale, piccoli miracoli accadono ancora, non serve un milione di follower per cambiare qualcosa, ne basta uno giusto. I social possono ancora essere uno strumento rivoluzionario, ma solo se li usiamo come mezzo, non come fine.
Perché è difficile essere seguiti? Siamo diventati troppo digital…
Avatar delle nostre vite
I social, in teoria, dovevano farci esprimere liberamente, ma oggi ci sentiamo obbligati a performare una versione di noi stessi. Siamo diventati avatar delle nostre esistenze, curati, estetici, ottimizzati. Nel frattempo, le nostre vere vite arrancano nell’ombra, incapaci di reggere il confronto con il nostro alter ego digitale.

Siamo avatar delle nostre vite…
La mente mente… Ogni giorno:
- Vediamo gli altri divertirsi su Instagram e ci sentiamo noiosi;
- Li guardiamo vivere su TikTok e ci convinciamo di non valere abbastanza;
- Scorriamo Facebook e vediamo amici riuniti a cene, viaggi, festeggiamenti… E tu resti a casa a chiederti perché la tua vita non sembra mai così colorata;
- Leggiamo Threads pieni di insight e battute fulminanti, e ti senti ignorante perché non hai tanto da aggiungere;
- Vediamo su LinkedIn colleghi festeggiare un nuovo ruolo, ottenere endorsement o lanciare startup. E ti domandi se il tuo percorso professionale sia mai abbastanza ‘da show’;
- Guardiamo vlogger su YouTube che viaggiano, cucinano ricette sofisticate o fanno gadget review perfette. E pensiamo che il tuo canale, con i tuoi video improvvisati, non possa competere.
La saturazione porta confronto, lo confronto porta ansia, l’ansia porta crisi! È un ciclo difficile da interrompere (loop dopaminergico), e più il sistema cresce, più diventa normale definire il proprio valore in base ai follower.
Perché è difficile essere seguiti? Il valore della tua mappa.
Conclusioni
Come ci ricorda Nietzsche in una lettera alla sorella: “Se desideri il piacere, credi. Se desideri la verità, indaga”. Ecco, forse oggi dovremmo pubblicare meno per essere seguiti, e indagare di più per essere trovati. Non possiamo dare la verità ai nostri follower, ma possiamo invitarli a costruire la loro. E quando le nostre mappe coincidono, non ci saranno più seguaci e guru, solo compagni di viaggio.
@imaginepaolo Nessuno si interessa a te! E sai perché? #crescitapersonale #strategiamarketing #autenticità #socialmedia #socialnews ♬ The Golden Caravan – le noir
Hai una tua visione? Ti invito a condividerla, non cercare conferme, cerca confronto. Non seguire me: segui te stesso. In questa “giungla selvaggia” , l’unica salvezza possibile è tornare a guardare con occhi propri, come dicevo prima: “Se segui la mia mappa, vivrai la mia vita. Se impari a disegnarne una tua, potremo camminare insieme, da pari.”. E forse oggi, più che mai, dovremmo smettere di chiedere:
“Quanti follower ho?”
e iniziare a chiederci:
“Chi sto diventando mentre cerco di piacere a tutti?”
Perché se perdiamo il contatto con noi stessi, anche la mappa più seguita ci porterà fuori strada.